domenica 1 aprile 2012

PanzerKampfwagen III


 Carro Leggero
PanzerKampfwagen III

Il PzKpfw Ausf G, impiegato nell'Afrika Korps tropicalizzato e armato di cannone da 50 mm, si dimostrò efficace contro i più leggeri carri britannici e molto più mobile dei carri pesanti della fanteria. 
 Caratteristiche Tecniche
Mod.Ausf M
Equipaggio:
5 uomini
Peso:
22.300 kg
Motore: TRM Maybach HL 120 a 12 cilindri a benzina da 300 hp
Dimensioni:
- Lunghezza (compreso armamento) 6,41 mt
- Lunghezza (solo scafo) 5,52 mt
- Larghezza 2,95 mt
- Altezza 2,5 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 40 km/h
- Autonomia su strada 175 km
- Guado 0,8 mt, Pendenza 60%, Gradino 0,6 mt, Trincea 2
,59 mt 
 
Mod.Ausf G

 Mod. Ausf M

 Cenni Storici
Alla meta degli anni trenta era previsto che ogni battaglione carri tedesco fosse costituito su tre compagnie di carri medi piuttosto leggeri e una compagnia di carri medi meglio armati e corazzati. I primi diventarono alla fine i Panzerkampfwagen III (PzKpfw III) o SdKfz 141, mentre i secondi divennero i Panzerkampfwagen IV (PzKpfw IV) rimasti in produzione durante tutta la Seconda guerra mondiale. Nel 1935 il dipartimento armi affidò la costruzione di prototipi del tipo più leggero alle ditte Daimler-Benz, Krupp, MAN e Rheinmetall-Borsig. Inizialmente fu deciso di installare sul carro un cannone da 37 mm che impiegasse le munizioni del cannone controcarri della fanteria, ma venne fatto in modo che il diametro dei cerchio di rotolamento della torretta fosse lungo abbastanza daconsentire l'installazione di un pezzo di calibro fino a 50 mm qualora ciò si fosse rivelato necessario. A seguito delle prove cui vennero sottoposti i prototipi, la scelta cadde sul modello Daimler-Benz. I primi tre modelli di serie, PzKpfw III Ausf A, B e C vennero costruiti solo in piccole quantità e differirono fra loro soltanto in qualche particolare delle sospensioni. Nel settembre 1939 il veicolo venne ufficialmente adottato e fu dato inizio alla produzione in serie. 
 Il PzKpfw III venne inizialmente impiegato in combattimento durante l'invasione della Polonia. I successivi modelli furono il PzKpfw III Ausf D e F, il primo provvisto di corazzatura più spessa e di una cupola revisionata e il secondo di un motore di maggiore potenza e soltanto di sei ruote portanti. Nel 1939 venne deciso di dar corso al modello con cannone da 50 mm, che entrò in produzione nel 1940 sotto la designazione PzKpfw III Ausf F. Esso venne seguito dal PzKpfw III Ausf G che aveva armamento similare ma motore più potente. Per la operazioni nel Nord-Africa i veicoli furono provvisti di un kit tropicale mentre per la progettata invasione dell'Inghilterra fu sviluppata una versione speciale, idonea al guado profondo. Tale versione non fa mai impiegata nel ruolo previsto. Il PzKpfw III Ausf H aveva cingoli più larghi e godeva di molte importanti migliorie. 
 Nell'invasione sovietica del 1941 il cannone L/42 da 50 mm (in altri termini, cannone da 50/42) si rivelò insuf- ficiente ad affrontare il carro sovietico T-34 e così vanne installato il KwK 39 L/60 a canna più lunga. I veicoli su cui questo pezzo, che aveva maggiore velocità iniziale, fu installato vennero chiamati PzKpfw III Ausf J. Molti veicoli delle serie iniziali vennero modificati con l'installazione del cannone da 50 mm e ai primi del 1942 la versione da 37 mm risultava quasi scomparsa dalla linea del fronte. Il modello successivo, il PzKpfw III Ausf L, aveva corazzatura più spessa e un peso di poco superiore alle 22 tonnellate. I PzKpfw III Ausf M e N montarono il pezzo L/24 da 75 mm, già installato nel PzKpfw IV, con una dotazione di munizioni di 64 colpi.
La produzione del PzKpfw III ebbe definitivamente fine nell'agosto del 1943. Lo scafo venne preso a base del cannone d'assalto semovente da 75 mm (Gepanzerle Selbstfahrlafette für Sturmgeschütz 7,5 cm Kanone o SdKfz 142), alcuni esemplari del quale vennero impiegati nell'invasione della Francia nel 1940; la produzione di cannoni semoventi migliorati su scafo PzKpfw III continuò fino al termine della Seconda guerra mondiale. Altre varianti furono un veicolo recupero corazzato, un veicolo corazzato da osservazione (Panzerbeobachtungswagen) e un veicolo comando (Panzerbefehlswagen). In totale vennero prodotti 15.000 scafi per il carro e le versioni cannone d'assalto. La strutturazione del PzKpfw III era in sostanza eguale a quella di tutti gli altri veicoli: pilota sul davanti a sinistra e mitragliere-radiofonista alla sua destra; torretta per tre uomini al centro dello scafo; capocarro provvisto di cupola al centro del tetto nella parte posteriore; motore nella parte posteriore dello scafo; sospensioni a barra di torsione dal PzKpfw III Ausf E in poi, costituite per ciascun lato da sei piccole ruote portanti; ruota motrice avanti e ruota di rinvio dietro; tre rulli guidacingolo.

Il Panzer III, abbreviazione del nome completo Panzerkampfwagen III, il cui numero d'identificazione dell'esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, è stato un carro armato medio della seconda guerra mondiale.
Fu concepito alla luce delle esperienze raccolte con l'impiego dei Panzer 1 e 2 e, secondo i piani dello Stato Maggiore tedesco, divenne il principale carro armato delle Panzer-Division creato espressamente per contrastare i veicoli blindati avversari, ruolo che ricoprì con successo dal 1940 al 1942. Tra i meriti del Panzer III, oltre a quello di avere costituito il nucleo centrale della Panzerwaffe, vi fu quello di aver dimostrato, con la versione J, che nel combattimento tra carri era fondamentale disporre di un armamento ad alta velocità iniziale piuttosto che di grande calibro.
Con il proseguire del conflitto, però, il Panzer III fu via via superato dall'introduzione di carri più evoluti e dotati di parametri più consoni alla lotta tra corazzati, fatto che lo fece progressivamente scomparire dalla prima linea.

                                        Sviluppo e versioni

 Tra il 1934 e il 1935 il generale Heinz Guderian supervisionò la costruzione di due prototipi che avrebbero dovuto equipaggiare le future Panzer-Division: in particolare, il primo mezzo avrebbe dovuto essere destinato alla distruzione dei carri armati nemici, mentre il secondo avrebbe appoggiato l'avanzata delle truppe; essi furono rispettivamente chiamati Panzer III e Panzer 4.

 Le specifiche segnate da Guderian per il primo veicolo erano: peso massimo 15 tonnellate, trazione cingolata, velocità massima 40 km/h, equipaggio di cinque uomini, corazzatura più spessa anteriormente e un cannone da 37 mm come arma principale. Per mantenere segreto il nuovo progetto si usò la denominazione Zugführerwagen ZW, mentre in patria era noto come Versuchtkraftfahrzeug 619, Mittlerer Traktor e più tardi 3,7 cm Geschütz-Panzerwagen

  Fin dall'inizio si ebbe però una disputa tra l'Ispettore per le truppe meccanizzate, che premeva per l'istallazione di un cannone da 50 mm e il Waffenamt (Ufficio armamenti), che riteneva più che sufficiente un cannone da 37 mm, anche perché la fanteria era equipaggiata della stessa arma anticarro (ilPaK 36) per la quale esisteva un solo tipo di munizione; alla fine fu raggiunto un compromesso montando il 37 mm ma concependo l'anello di rotolamento della torretta per sostenere il peso di cannoni più grandi. Risolta la questione furono mandati gli ordini alla MAN SE, Daimer Blenz AG, Rheinmetal-Boising e Kripp AG.

 

                                                          Preserie

 I primi quattro modelli del Panzer III, prodotti dalla Daimler-Benz nell'arco di tempo che va dal maggio 1937 al 1939, erano tutti armati con un cannone 3,7 cm KwK 36 L/46,5 e tre mitragliatrici da 7,92 mm, due in torretta e una nello scafo; il peso variava tra le 15 e le 16 tonnellate; l'apparato motore consisteva in un Maiback HL120TRM V-12 che li spingeva a una velocità di 35 o 40 chilometri orari, con un'autonomia di 165 chilometri. La protezione non superava i 15 millimetri di spessore ed era costituita da più piastre saldate insieme, che non fornivano una resistenza ottimale.

Le dimensioni erano le seguenti: lunghezza 5,69-5,92 metri; altezza 2,34-2,42 metri; larghezza 2,81 metri. Al loro ritiro furono per lo più rigirati all'NSKK per compiti di addestramento.

Ausführung A

 I primi dieci esemplari del Panzer III erano dotati di una torretta che sarebbe stata caratteristica di tutti i primi modelli e avevano un equipaggio di 5 uomini, una costante anche nelle serie a venire. Riguardo alla tecnica, l'Ausf. A aveva un treno di rotolamento composto da 5 grandi ruote e sospensioni a molla elicoidale. Degli esemplari prodotti 2 furono impiegati per altri test, i restanti 8 andarono a completare i ranghi dei reggimenti Panzer fino a quando non furono ritirati nel febbraio 1940, dopo aver combattuto in polonia.

 

Ausführung B

 Equipaggiato allo stesso modo dell'Ausf. A, introduceva un diverso sistema di locomozione: 4 carrelli con due ruote ciascuno, per un totale di 8 carrelli e 16 ruote portanti di piccolo diametro. Le sospensioni erano composte da due grandi molle a balestra per lato, alle cui estremità si trovavano altre due piccole ruote. La nuova impostazione non si dimostrò però funzionale, così solo 15 esemplari furono prodotti: di questi 10 andarono in guerra fino al ritiro, avvenuto nel febbraio 1940, gli altri 5 funsero da base di studi per la progettazione dello StuG 3.

 

Ausführung C

 Con questo modello si volle migliorare il sistema di sospensioni, principale difetto di tutti i primi prototipi del Panzer III: la prima e l'ultima coppia di ruote furono rese indipendenti, ognuna con una propria sospensioni a balestra parallela al terreno; i restanti carrelli furono vincolati a una singola grande balestra. I risultati, sebbene superiori rispetto all'Ausf. A e B, non furono considerati soddisfacenti, tanto che i successivi esemplari dell'Ausf. C monteranno un tipo di sospensione completamente diverso. Differiva da due precedenti modelli anche per la servofrizione, una migliore manovrabilità, una trasmissione modificata e ruote di rinvio diverse. Prodotto fino al gennaio 1938 per un totale di 15 veicoli, il Panzer III C subì il medesimo destino delle prime versioni.

 

Ausführung D

 Il Panzer III Ausf. D fu l'ultimo prototipo del carro, con il quale si cercò di venire a capo di tutte le noie tecniche e avviare così il mezzo corazzato alla produzione di massa. Partendo dalle sospensioni dell'Ausf. C, i lavori si concentrarono sulla prima e ultima coppia di ruote, che erano indipendenti e con proprie molle: queste ultime furono cambiate di posizione, ottenendo così un incremento di supporto per il carro. Poco apprezzato, il nuovo treno di rotolamento fu sostituito nella successiva versione del mezzo. Il modello D presentava inoltre la riprogettazione delle prese d'aria dello scafo posteriore che permise l'istallazione di portelli; vi erano infine migliorie alla cupola del comandante, piccole modifiche alla trasmissione, alla ruota motrice e a quelle portanti. La serie D fu prodotta in 55 unità, delle quali trenta furono armate; come tutti i modelli precedenti fu ritirata nel febbraio del 1940, ma a loro differenza partecipò con qualche esemplare alla campagna di norvegia.

 

Modelli prodotti in massa

 

Ausführung E

 u la prima serie (Sd.Kfz. 141, denominazione attribuita anche ai successivi tipi) che conobbe una discreta produzione e diffusione, con la realizzazione di 96 unità tra il dicembre 1938 e l'ottobre 1939 da parte della Hneshel e sohn, della MAN SE e della Daimler. L'Ausf. E, rispetto ai precedenti modelli, era di dimensioni leggermente maggiori, soprattutto in larghezza (2,91 m), era fornito di una corazza più spessa (30 mm su tutti i lati dello scafo e della torretta) e meglio progettata sui fianchi, dove si adoperò una singola piastra. La motorizzazione si avvaleva di un più potente Maybach HL 120 TR, per ovviare all'aumento di peso (19,5 tonnellate); inoltre fu modernizzata la scatola del cambio, prima manuale, con un preselettore Maiback-Variorex che però rallentò la produzione dell'Ausf E. L'armamento rimase il medesimo, come il numero di membri dell'equipaggio, la velocità e il raggio d'azione.

 

Il vero salto di qualità era stato compiuto però con il sistema di sospensioni, ora composto da 6 ruote di medio diametro per lato con barre di torsione. Il funzionamento del nuovo apparato era semplice: la barra era vincolata a un'estremità al fianco del carro, all'altra a una ruota mediante un livellatore; quando la ruota si alzava, la barra si torceva, assorbendo così gli urti e rendendo il mezzo più stabile durante la marcia, con ovvi vantaggi per il combattimento: il sistema a barre di torsione fu da allora molto apprezzato per la robustezza e la relativa facilità di manutenzione.
Piccole migliorie riguardarono l'istallazione di portelli per la fuga su entrambi i lati dello scafo e l'apertura di una ferritoia per l'operatore radio.
L'Ausf. E partecipò a numerose operazioni belliche fino al 1943, compresa la campagna di Polonia; dall'agosto 1940 al 1942 diversi esemplari furono riarmati con un 5 cm KwK 38 L/42 e furono aggiunte piastre supplementari alla corazzatura originale. Alcuni furono poi riconvertiti in carri da addestramento od osservazione, altri portati allo standard F.

Ausführung F

 Primo tipo di Panzer III a essere prodotto in gran numero, era quasi identico al suo predecessore nell'aspetto, nelle dimensioni, nella tecnica: ne furono costruiti 435 dal settembre 1939 al luglio 1940. Nel pieno della produzione, alla quale contribuirono anche la Alkett e la FAMO, fu potenziato l'armamento principale, che si avvaleva ancora del 3,7 cm KwK 36 L/46,5: l'ultimo centinaio di Ausf. F furono equipaggiati con un 5 cm KwK 38 L/42 con copertura esterna (mantello), e molte delle unità costruite precedentemente furono riarmate allo stesso modo; addirittura alcuni ebbero il cannone 5 cm KwK 39 L/60. Combatté in Polonia, Francia, Nordafrica, Balcani e Russia. Fino al giugno del 1944, quando ormai il progetto dell Ausf. F era sorpassato, erano ancora in servizio alcuni modelli, sembra in Normandia nei ranghi della116 Panzer-Division.

 

Ausführung G

 Molto simile all'Ausf. F, tale versione fu prodotta in 600 esemplari dall'aprile 1940 al febbraio 1941. Di questi i primi 50 erano armati dello stesso cannone da 37 millimetri con copertura interna e andarono a ripianare le perdite subite durante la campagna di francia, differenziandosi dagli altri modelli solo per l'aumento della corazza posteriore dello scafo a 30 mm, del mantello a 37 mm e per il peso, salito a 20,3 tonnellate. Nel frattempo si era deciso di armare l'Ausf. G con il più potente 5 cm KwK 38 L/42 a copertura esterna, che andò a equipaggiare le restanti 550 unità prodotte a partire dal luglio 1940: l'istallazione del nuovo pezzo impose la rimozione di una mitragliatrice dalla toretta e l'aggiunta di un aspiratore per liberare dal fumo dello sparo l'interno del carro; dal mese successivo anche le prime 50 unità furono dotati del 5cm L/42.

 La FAMO costruì anche un prototipo con un treno di rotolamento a ruote sfalsate, detto Panzer III G/H Schachtellaufwerk, che però dopo alcuni test non fu accettato; qualsiasi ulteriore sviluppo fu poi bloccato tra il 1943 e il 1944, e tutti i prototipi furono utilizzati come bulldozer per sgombrare le strade delle città bombardate.

 A metà della produzione alcuni Ausf. G ricevettero una migliorata cupola per il comandante uguale a quella dei Panzer 4 Ausf. E, F, e G, mentre altri ebbero cingoli larghi 40 centimetri e un visore girevole (Fahrersehklappe 30) per permettere al guidatore di osservare dalle feritoie senza muoversi dal posto.

 La versione G fu impiegata in tutti i principali teatri bellici dove combatterono i tedeschi; le unità inviate in Africa montarono radiatori più larghi e un filtro dell'aria supplementare. Nel settembre del 1944 qualche raro Ausf. G era segnalato ancora in servizio.

 

Ausführung H

 Questa nuova versione fu ordinata in 759 esemplari nel gennaio 1939, ma il riequipaggiamento della stragrande maggioranza degli Ausf. G e l'avanzato stadio di progettazione del successivo modello J ridusse il numero richiesto a 308 mezzi, di cui iniziò la produzione nell'ottobre 1940. L'Ausf. H, dotato di un 5 cm KwK 38 L/42, introduceva comunque sensibili miglioramenti alla corrazzatura: era stata aumentata a 60 mm sui lati anteriore e posteriore dello scafo oltrechè sulla sovrastruttura frontale, mentre la parte posteriore della torretta, completamente ridisegnata, era protetta da una singola piastra da 30 mm: ciò portò il peso del carro a 21,8 tonnellate, cosa che costrinse a fargli adottare i cingoli da 40 centimetri, ridisegnare le ruote portanti, rafforzare le barre di torsione e ideare una nuova trasmissione. La produzione dell'Ausf. H, che fu adoperato in Russia, Nord Africa e Balcani, terminò nell'aprile 1941. Si dimostrò particolarmente resistente alle armi anticarro coeve degli Alleati.

 

Ausführung J

 Di dimensioni lievemente maggiori rispetto le precedenti versioni e con lo stesso armamento, l'Ausf. J vide l'incremento da 30 a 50 mm della corazzatura su tutti i lati dello scafo e della sovrastruttura. L'ispessimento della protezione comportò alcune piccole modifiche alla ferritoia del guidatore, ai portelli doppi (ridotti a una sola piastra semovente), l'aggiunta di un supporto a sfera per la mitragliatrice coassiale.

 La produzione iniziò nel marzo del 1941 e nel settembre dello stesso anno presero servizio nella 5. e 7.Panzer-Division; presto quasi l'intera produzione fu inviata in URSS, e a partire dall'aprile 1942 l'Ausf. J montò protezioni supplementari da 20 mm sulla sovrastruttura e sul mantello.

  Sebbene prodotta in 1549 unità fino a luglio 1942, la versione ebbe vita relativamente breve, sia per le riconversioni effettuate, sia per le perdite pesanti subite in azione, ma soprattutto perché Hitler aveva ordinato di concentrare le risorse sulla serie di Panzer III J armata del più efficace 5 cm KwK 39 L/60.

 La produzione del nuovo modello (Sd.Kfz. 141/1, denominazione poi attribuita anche ai carri L e M), svoltasi dal dicembre 1941 al luglio 1942 per un totale di 1067 unità, mise a disposizione dell'esercito tedesco un mezzo più grande dei predecessori (lungo 6,28 metri invece che 5,52 m) e armato del pezzo da 50 millimetri da 60 calibri: a parte il cambio dell'armamento, che limitò lo stivaggio delle munizioni a 84 proiettili, poi esteso a diversi esemplari dell'originaria Ausf. J, non vi erano altre differenze tra le due serie.

 La nuova versione raccolse molti successi contro i mezzi angloamericani, tanto che i britanici la ribattezzarono Mark 3 Special, anche perché più temuta del PzKw 4, all'epoca armato ancora di un obice da 75 mm a bassa velocità iniziale: ciò fece comprendere ai progettisti tedeschi l'importanza di avere carri armati che sparassero proiettili ad alte velocità per distruggere le corazze sempre più spesse dei veicoli avversari. L'Ausf. J dimostrò invece difficoltà nell'affrontare i carri sovietici T-34 e KV-1. Tra il 1941 e il 1942 la Krupp tentò una nuova versione, la Ausf. K, unendo allo scafo della serie J la torretta del Panzer IV, ma l'espediente non andò oltre lo stadio di prototipo.

 

Ausführung L

 Proprio mentre i tedeschi riarmavano i loro Panzer III con cannoni da 50 mm o ne producevano con lo stesso equipaggiamento, l'innovativa corazzatura inclinata dei carri dell'Armata Rossa li rendeva rapidamente obsoleti. Tentativi furono fatti per montare torrette del Panzer 4 e riuscire così a dotare i Panzer III di cannoni da 75 mm, ma ciò si rivelò impossibile: per questo fu deciso di ordinare 1100 esemplari dell'Ausf. L sebbene armato del 50/60. La nuova versione presentava sensibili aumenti della corazza: 57 mm sulla parte frontale della torretta, 50 mm più piastre supplementari da 20 mm distanziate dal carro su sovrastruttura e mantello, portando il peso a 22,7 tonnellate; furono al contempo eliminate le feritoie del caricatore, quelle sui lati della toretta e i portelli per la fuga.

  Altre migliorie riguardarono l'istallazione di una mitragliatrice in funzione contraerei (Fliegerbeschussgerät 41/42) sulla cupola del comandante e l'uso delle Seitenschürzen, protezioni laterali dello spessore di 5 mm e distanziate dal carro stesso per minimizzare gli effetti delle armi anticarro portatili che avevano iniziato a diffondersi grandemente, con grave iattura per gli equipaggi dei mezzi blindati (si pensi al bazooka). 

 Questi mezzi andarono principalmente a equipaggiare i reggimenti corrazati delle divisioni SS Leibstandarte Adolf Hitler, Das Reich e Totenkorpf, mentre gli esemplari inviati in Nordafrica furono equipaggiati con filtri dell'aria più numerosi e quelli dell'olio modificati. Nel frattempo era stato trovato il modo di dotare i Panzer III di un'arma da 75 mm, così la produzione, che era iniziata nel giugno 1942, terminò a dicembre con 653 unità.

 

Ausführung M

 Ultima versione del Panzer III a montare il 5 cm KwK 39 L/60 mentre si cercavano ancora soluzioni per migliorare l'armamento del mezzo, l'Ausf. M fu prodotto dall'ottobre 1942 al febbraio 1943 in 250 esemplari, poco più di un quinto rispetto all'ordine di 1000 veicoli di questo tipo. L'unica innovazione introdotta erano le capacità di guado, che permettevano al carro di passare per zone d'acqua profonde anche 1,3 metri: in simili casi l'aria necessaria all'equipaggio e al motore veniva fatta entrare dalla torretta.

 La richiesta dell'Ausf. M fu interrotta quando si rese disponibile un modello di Panzer III armato con un cannone da 75 millimetri. Il mezzo partecipò comunque alla battaglia di kursh e alla difesa della Sicilia attacata dai angloamericani, spesso dotato delle Schürzen. Quasi tutti furono poi riconvertiti in StuG III o Ausf. N.

 

Ausführung N

 Fu l'ultima serie (Sd. Kfz. 141/2) del Panzer III, ma la prima in assoluto a montare un 7,5 cm KwK 37 L/24, armamento delle prime versioni del Panzer 4 che impose la rimozione delle piastre supplementari dal mantello. La produzione, che iniziò nel giugno 1942, portò alla costruzione di 700 Ausf. N tutti su scafo di vecchi modelli; in particolare ne furono riutilizzati 447 dell'Ausf. L, 213 dell'Ausf. M e 3 dell'Ausf. J, mentre 37 carri furono ritirati dal fronte e riequipaggiati secondo i nuovi standard: questa diversità fece sì che i carri basati sulla versione L potessero caricare 56 granate, quelli basati sulla M 64.
 A partire dal marzo 1943, e fino alla fine della produzione ad agosto, furono dotati delle Seitenschürzen; diversi ebbero modifiche ai portelli oppure montarono la cupola dei Panzer IV Ausf. G. Il mezzo, noto anche come Sturmpanzer III, oltre a servire nei reggimenti Panzer, costituì speciali reparti di 10 unità per fungere da scorta ai 9 Tiger che componevano gli schwere Panzer-Abteilungen, i battaglioni di carri pesanti preposti alla distruzione delle forze corazzate avversarie, per proteggerli dalla fanteria.
 Pare siano stati fatti studi e progetti per una ipotetica Ausf. O, ma non vi sono prove dell'esistenza di una simile serie di Panzer III.


Varianti e derivati

 

StuG III e StuIG 33B

 Il Panzer III di tutte le serie fu la base per la creazione di diversi nuovi mezzi: il più famoso è lo Sturmgeschütz III, un cannone d'assalto semovente inzialmente pensato come supporto per la fanteria, poi divenuto un mezzo di contrasto dei carri armati avversari grazie all'istallazione di un 7,5 cm StuK 40 L/48; fu prodotto in circa 10.000 unità. Su scafi di 24 Panzer III di vari modelli fu invece istallato un obice 15 cm sIG, tentativo questo di appoggiare direttamente le fanterie durante le lotte urbane: il nuovo veicolo, denominato StuIG 33B, non piacque del tutto e il progetto venne bloccato.

 

Flammpanzer III (Sd. Kfz. 141/3)

 Il tipo di lotta che si stava svolgendo a Stalingrado indusse i progettisti tedeschi a ideare un carro lanciafiamme basato sul Panzer III per snidare i difensori russi dagli edifici, ma la produzione di un simile mezzo iniziò solo nel febbraio 1943, quando il grande scontro era ormai perso; ciononostante 100 Panzer III Ausf. M costruiti dalla MIAG di Braunschweig furono riarmati dalla Wagonfabrik Wegmann con un lancafiamme da 14 cm alimentato da due distinti serbatoio che in totale tenevano 1000 litri di carburante. La lancia, lunga un metro e mezzo con un angolo di fuoco in elevazione da -8º a +20º, poteva sparare fino a 80 fiammate della durata di due o tre secondi efficaci entro le 40 iarde; fu inoltre montata una piastra da 30 mm sul davanti del mezzo per garantirgli una buona resistenza ai colpi avversari mentre si avvicinava al bersaglio. A differenza degli altri carri il Flammpanzer aveva un equipaggio di soli tre uomini. Tra il marzo e il dicembre del 1943 i nuovi carri lanciafiamme operarono nei ranghi della 1., 6., 11., 14. e 24.Panzer Division, oltre che nella Grossdeuschland e in Italia in forza alla 16. e 26. Panzergrenadier-Division; nel luglio del 41 presero parte alla battaglia di kurss, ma i risultati insoddisfacenti ne fecero riconvertire 35 danneggiati in StuG o altri mezzi. A novembre del 1944 solo 10 erano ancora attivi, e rimasero al fronte fino alla fine della guerra riuniti nella Panzer-Flamm-Kompanie 351.

Tauchpanzer

 Il Tauchpanzer fu progettato per l'Operazione seelowe, lo sbarco in Inghilterra, che nell'estate 1940 sembrava cosa scontata; diversamente da quel che faranno gli Alleati, i tedeschi predisposero un carro armato-sommergibile, capace di periodi di immersione fino a venti minuti e 15 metri di profondità: per rendere possibili simili prestazioni il Panzer III fu sigillato con un composto stagno.

 

Lo spazio tra la torretta e lo scafo fu chiuso da un anello di gomma gonfiabile; la cupola del comandante, la feritoia della mitragliatrice e gli spazi necessari al brandeggio del cannone con strati sovrapposti dello stesso materiale; sigilli di gomma furono messi alle prese d'aria del motore, mentre gli scarichi furono dotati di valvole di non ritorno; in caso di infiltrazioni d'acqua era comunque disponibile una pompa. L'aria per l'equipaggio e l'apparato motore era fornita da un tubo flessibile lungo 18 metri, assicurato a una boa in superficie sormontata da un bocchettone di 1,50 metri.
Per il loro impiego era stato deciso che navi apposite li avrebbero calati in acqua, lasciando che arrivassero alle spiagge con i propri mezzi muovendosi sul fondale. Quando divenne chiaro che l'invasione non sarebbe avvenuta, tutti i 168 Tauchpanzer (160 Ausf. G/H e 8 carri comando ottenuti dall'Ausf. E) furono dotati di uno Schnorchel lungo 3,5 metri per il guado di fiumi, cosa che avvenne all'inizio dell' Operazione Barbarossa con l'attraversamento del Bug: dopo di che furono usati come normali carri armati.

                                            Beobachtungspanzer (Sd.Kfz. 143)

Altra variante fu il Panzerbeobachtungswagen, un carro da osservazione per l'artiglieria motorizzata che ebbe grande sviluppo nel 1943. Il mezzo era stato privato del cannone originale, rimpiazzato da una finta arma decentrata a destra; prodotto in 262 unità rimase in servizio fino alla fine della guerra, operando nelle unità di Hummel e Wespe.

                                                         Bergepanzer 

Era un carro recupero dotato di una gru derrick, che iniziò a essere prodotto dal gennaio 1944 esclusivamente per riconversione di esemplari danneggiati. Ne furono costruiti 150 fino al dicembre dello stesso anno, che servirono nelle formazioni di StuG

                                     Carri comando (Sd.Kfz. 266, 267, 268)

Resisi conto che il Panzerbefehlwagen ricavato dal Panzer 1 era inadatto al compito, i tedeschi riutilizzarono scafi di modelli del Panzer III obsoleti: il primo adoperato fu quello dell'Ausf. D, al quale fu rimossa ogni sovrastruttura per far posto all'equipaggiamento, a una mitragliatrice e a un finto cannone da 37 mm; l'antenna radio (FuG 8) fu sistemata sul retro del carro ed era la tipica strumentazione "a ringhiera". Il nuovo mezzo comando, denominato Panzerbefehlwagen III Ausf. D1, ebbe diverse matricole a seconda dell'apparato radio che portava (FuG 6, 7 oppure 8). Prodotti in 38 unità dal giugno 1938 al marzo 1939, operarono in Polonia e Francia, ma furono ritirati ai primi del 1941 per la mediocrità delle sospensioni. Gli esemplari su scafo Ausf. E furono più numerosi (45) e trovarono impiego per tutta la durata della guerra.
Altri 175 carri comando furono ottenuti con il riutilizzo di altrettanti Ausf. H, prodotti in due lotti tra il novembre 1940 e il settembre 1941 e il dicembre 1941-gennaio 1942: non vi erano differenze di sorta, tranne che per il finto armamento che simulava un cannone da 50 millimetri. Le ultime due versioni di carro comando, l'Ausf. J e l'Ausf. K (basato sul Panzer III Ausf. M privato di alcune riservette per far spazio alle apparechiature radio) che rimasero con la stessa designazione Sd.Kfz. 141, mantennero invece il cannone da 50/42 o da 50/60, in quanto derivavano per lo più da riconversioni operate sulla catena di montaggio o su veicoli danneggiati. In totale furono rispettivamente prodotte 185 e 50 unità tra agosto 1942 e settembre 1943.


                                       Servizio operativo 

Il Panzer III in tutte le sue versioni combatté in grandi numeri fino alla seconda metà del 1943, quando il progetto del mezzo era già stato ampiamente superato dai carri armati alleati e sovietici; più o meno nello stesso periodo aveva termine la sua produzione, che assommava a 5691 secondo alcune fonti; altre riportano la cifra di 5733, mentre alcune indicano la cifra di 6157; altre ancora totalizzano le unità prodotte tra 5733 e 5774. Diversi esemplari sopravvissuti continuarono comunque a prestare servizio anche nell'ultimo anno e mezzo di guerra, spesso con compiti nelle retrovie. Le ditte che erano preposte alla costruzione dei Panzer III erano Alkett, Daimler Benz, FAMO, Henschell e sohn, MAN SE, MIAG,Wagonnfabrik Weggmann e MNH.


                                                   Polonia e Norvegia 

Allo scoppio della seconda guerra mondiale e all'invesione tedesca erano disponibili solo 98 Panzer III di tutti i tipi prodotti fino al 1 settembre 1939: il loro impatto non fu dunque decisivo e non sempre erano presenti nei reggimenti corazzati, dotati per lo più di Panzer I e II. Qualche Panzer III della versione D ebbe poi parte nella campagna scandinava come parte del Panzer Abteilung zbV 40 (Distaccamento Panzer per impieghi speciali 40), dove rimase fino alla resa inquadrato nella Panzerbrigade "Norwegen".

                                                              Francia 

Al momento dell'attacco generale alle forze degli Alleati in Francia, l'esercito tedesco disponeva di 349 Panzer III e tra i 30 e 40 Panzerbefehlwagen basati su scafi consimili. Sebbene inferiore come protezione e armamento alla gran parte dei mezzi corazzati anglofrancesi, il Panzer III aveva il vantaggio di avere tre uomini in torretta invece di uno soltanto, cosa che migliorava la coordinazione con i carri amici: ciò si traduceva in battaglie manovrate che spiazzavano gli avversari e impiegavano al meglio un carro armato che non era poi di grande qualità. Si ebbero comunque combattimenti occasionali e battaglie d'incontro; alla fine delle operazioni a ovest, 135 Panzer III erano stati distrutti.

                                                        Nordafrica 

L'Afrikakorps di Rommel ebbe una grande percentuale di Panzer III delle varie serie, che si trovarono comunque in difficoltà con i Matilda inglesi anche se armati del 5 cm KwK 38 L/42. Durante la decisiva battaglia di ain el-Gazala i tedeschi schierarono 223 Panzer III Ausf. G o H e 19 Ausf. J o L; andati quasi tutti perduti, durante la stasi precedente la disfatta di el-Alamein Rommel ricevette i primi Panzer 4 con cannone da 75/48, fattore che segnò la fine del Panzer III come carro da battaglia. Ciononostante, ancora dopo la battaglia di el-Alamein l'Asse disponeva in Libia di 93 Ausf. G/H e 71 Ausf. J/L, mentre i Panzer IV di nuova generazione erano a malapena una trentina. I Panzer III schierati in Libia e Tunisia furono catturati o distrutti dalle soverchianti forze alleate.

                                                     Unione Sovietica

 Al 22 giugno 1941 le forze tedesche schierate a est disponevano di 1440 Panzer III dei vari modelli suddivisi nei reggimenti corazzati di 17 Panzer-Divisionen: rivestiva il ruolo di carro da combattimento, infatti i Panzer IV dispiegati erano ancora dotati di un obice da 75 mm, più adatto al supporto della fanteria. I sovietici disponevano invece di quasi 20.000 carri armati, che sebbene quasi tutti superati od obsoleti, annoveravano un migliaio di T-34 e circa 500 KV-1; si rivelarono avversari ostici sia per lo spessore e inclinazione delle loro protezioni sia per il cannone da 76,2 mm, che si dimostrò tremendamente efficace; ma il fatto che i carri sovietici avessero meccaniche rozze, un'abitabilità quasi inesistente, che non fossero accompagnati da officine mobili, che fossero presenti in numeri relativamente esigui e che i loro equipaggi fossero inesperti dette ai tedeschi un insperato vantaggio per tutto il 1941.

 L'apparizione di simili, innovativi carri armati causò il riarmo di molti Panzer III con cannoni da 50/60, mentre i Panzer IV cominciavano a montare un 7,5 cm KwK 39 L/43 e a sostituirsi ai primi nella lotta tra corazzati; ciononostante durante il 1942 quasi 2000 Panzer III furono costruiti: a giugno, sul fronte orientale, ne erano presenti 500 con il cannone da 50/42 e 600 montavano quello da 60 calibri. Ancora una volta furono questi che costituirono la gran parte della massa di blindati che condusse le prime vittoriose fasi dell'Operazione Blu, fino alla catastrofe di Stalingrado. Ancora nei primi mesi del 1943 i Panzer III ebbero una parte importante nel frenare i corpi corazzati sovietici che dilagavano verso ovest, ma stavano divenendo rapidamente obsoleti. L'ultima grande battaglia cui partecipò in 432 unità fu quella svoltasi vicino a kursk nel luglio; ad agosto la produzione terminò, e i vari modelli del Panzer III sopravvissuti furono ritirati dal fronte e impiegati in zone di guerra di secondaria importanza o reimpiegati per la costruzione di semoventi, cannoni d'assalto e simili. Nel tardo 1944 solo 79 erano ancora schierati sul fronte orientale.

 

Il Modello PanzerKampfwagen III

 PROSSIMAMENTE

 


Nessun commento:

Posta un commento