Cacciacarri
Panzerjäger I
Panzerjäger I
Fu
una delle prime traformazioni fatte dai tedeschi nel tentativo di prolungare
nel tempo l'impiego del PzKpfw I, il cannone aveva potenza sufficiente ma
l'affusto non forniva alcuna protezione.
Caratteristiche Tecniche
Equipaggio: 3 uomini
Peso: 6.000 kg
Motore: Maybach NL 38 a 6 cilindri a benzina da 100 hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 4,14 mt
- Larghezza 2,013 mt
- Altezza 2,1 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 40km/h
- Autonomia su strada 140 km
- Guado 0,6 mt, Pendenza 57%, Gradino 0,37 mt, Trincea 1,4 mt
Equipaggio: 3 uomini
Peso: 6.000 kg
Motore: Maybach NL 38 a 6 cilindri a benzina da 100 hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 4,14 mt
- Larghezza 2,013 mt
- Altezza 2,1 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 40km/h
- Autonomia su strada 140 km
- Guado 0,6 mt, Pendenza 57%, Gradino 0,37 mt, Trincea 1,4 mt
Cenni Storici
Quando nel 1934 vennero prodotti i primi carri leggeri Panzerkampfwagen I (PzKpfw I) essi erano destinati soltanto al ruolo di veicoli da addestramento, ma in pratica vennero poi impiegati, nei primi anni di guerra, come carri da combattimento perché non vi era ancora sufficiente disponibilità di carri più grandi e più pesanti.
Il PzKpfw I aveva un equipaggio di appena due uomini, era armato solo di una mitragliatrice e offriva assai scarsa protezione, stante la sottigliezza della corazza. Dopo la fine del 1940, la maggior parte di PzKpfw I venne radiata dal servizio operativo e trattenuta solo per le originarie funzioni di mezzo per l'addestramento. Un gran numero di scafi di carri esuberanti alle esigente addestrative rimase inoperoso, per cui si colse l'occasione di trasformare tali scafi nei primi semoventi di artiglieria.
Quando nel 1934 vennero prodotti i primi carri leggeri Panzerkampfwagen I (PzKpfw I) essi erano destinati soltanto al ruolo di veicoli da addestramento, ma in pratica vennero poi impiegati, nei primi anni di guerra, come carri da combattimento perché non vi era ancora sufficiente disponibilità di carri più grandi e più pesanti.
Il PzKpfw I aveva un equipaggio di appena due uomini, era armato solo di una mitragliatrice e offriva assai scarsa protezione, stante la sottigliezza della corazza. Dopo la fine del 1940, la maggior parte di PzKpfw I venne radiata dal servizio operativo e trattenuta solo per le originarie funzioni di mezzo per l'addestramento. Un gran numero di scafi di carri esuberanti alle esigente addestrative rimase inoperoso, per cui si colse l'occasione di trasformare tali scafi nei primi semoventi di artiglieria.
In precedenza era già stata presa in considerazione l'ipotesi di addivenire
ad una qualche forma di cannoni controcarri mobili che avrebbero costituito
una notevole risorsa per i reparti controcarro. Il primo esemplare di tale
veicolo fu realizzato montando un cannoncino controcarri Pak 35/36 da 3,7
cm su di un PzKpfw I senza torretta. Tale trasformazione, pur apparendo promettente,
non venne adottata perché, già alla metà del 1940, ci
si rese conto che il cannoncino da 37 mm non era di potenza tale da poter
affrontare le future corazze dei carri. Invece del 37 mm venne montato un
cannone controcarri cecoslovacco da 47 mm - un'arma potente e robusta che
impiegava un proietto capace di perforare quasi tutte le corazze di quel periodo
- e la nuova combinazione venne omologata per il servizio nelle forze armate
tedesche quale Panzerjäger I für Pak(t) 4,7 cm (cacciatore di carri
I per cannone controcarri [cecoslovacco] da 4,7 cm).
Questa trasformazione ebbe essenzialmente la caratteristica di un primo tentativo
di adattamento, consistente in un lavoro sostanzialmente semplice: togliere
la torretta, applicare una piastra corazzata sulla parte anteriore del cerchio
di rotolamento della torretta, creare una piccola piattaforma di lavoro sui
cofani del motore. Il cannone fu montato in uno scudo lasciato aperto nella
parte superiore e in quella posteriore. L'equipaggio comprendeva il pilota,
che occupava lo stesso posto che nel PzKpfw I originario, e due serventi per
il cannone. La dotazione normale a bordo del mezzo per il cannone era di 74
colpi, numero che poteva essere superato senza gravi difficoltà. Lo
scafo più usato per la trasformazione era quello del PzKpfw I Ausf
B.
Il Panzerjäger I prestò servizio nell'Africa del Nord e durante
le prime fasi della campagna dell'Unione Sovietica. Esso dimostrò di
possedere una potenza di fuoco tale da mettere fuori combattimento i carri
avversari, ma la mancanza di protezione per l'equipaggio lo rendeva un bersaglio
molto vulnerabile. Di conseguenza, quando si rese disponibile materiale più
appropriato, venne ritirato dal servizio di prima linea e assegnato a compiti
di polizia più che di combattimento carrista.
Il Panzerjäger I era il tentativo di trasformare il vecchio Panzerkampfwagen I in un semovente cotrocarri di un certo valore, e per questo motivo venne privato della torretta
per installarvi l'arma più potente che fosse possibile adattare al suo
scafo piuttosto piccolo e leggero, ovvero il temibile cannone
cecoslovacco da 47 mm, una delle migliori armi della categoria, protetto
da una scudatura in acciaio.
Sviluppo
Ancorché largamente impiegato negli anni '30 e fino al 1941,
il Panzer I era un carro nato solo come mezzo d'addestramento, che non
permetteva in pratica l'ingaggio di altri mezzi corazzati. Infatti non
solo era corazzato con un massimo di 13 mm di acciaio, ma le sue 2
mitragliatrici leggere erano pressoché inutili contro le corazze, anche
leggere, dei veicoli avversari. In pratica era un pariclasse più
sofisticato, del carro leggero L3
italiano, con le mitragliatrici disposte in torretta rotante, ma per il
resto era sempre un carro leggero biposto, con 13 mm di acciaio, 2
mitragliatrici leggere e 40 km/h.
Almeno, il successivo carro PzKpfw II
era triposto, meglio corazzato e con un cannone da 20 mm, ma entrambi
vennero inizialmente considerati giustamente solo mezzi d'addestramento.
Con tali veicoli l'esercito tedesco combatté in Polonia, e poi costituì il 60% delle masse corazzate che invasero la Francia.
Ma oramai il Panzer I era solo un mezzo buono per la ricognizione e poco
altro. Lo scafo base non permetteva di installare armi più pesanti in
torretta, e benché si siano visti prototipi con 80 mm di corazza (come
stavano facendo gli inglesi con i Matilda 1), l'utilità di tale veicolo venne messa in discussione e non se ne fece nulla.
Ma siccome i tedeschi tendevano a 'non buttare via niente' allora
idearono versioni speciali anche del Panzer I. Tra queste, dei piccoli
carri comando con una mitragliatrice fissa a prua, ma anche, per quel
che riguarda la nostra storia, un cacciacarri.
Tecnica
Lo scafo base del Panzer I rimaste tale e quale: aveva un motore da 100 hp a benzina, 5 ruote principali, 4 reggicingolo, una di rinvio e una, anteriore, motrice. La corazza restò pure la stessa.
Quello che cambiò in questo minuscolo veicolo, grande pressappoco come un'utilitaria, era la parte superiore dello scafo, che aveva adesso una postazione scudata in maniera assai pesante, per un cannone controcarro da 47 mm. Era questo il Wz 36 cecoslovacco, prescelto dopo una prova precedente. Questa era stata fatta con un Pak 35/36 da 37 mm in dotazione standard ai reparti controcarro tedeschi: ma quest'arma, benché capace di perforare 40 mm circa a 400 m era considerata, già nel 1940, di valore quantomeno limitato.
Invece, venne installato il pezzo cecoslovacco, capace di sparare un potente proiettile da circa 1,5 kg che perforava 51 mm a 640 m, ovvero con buone possibilità di distruggere i carri dell'epoca. Esso era facilmente riconoscibile per il lungo cilindro (che sembrava una canna di mitragliatrice raffreddata ad acqua) e il freno di bocca, che nell'insieme lo rendevano dall'aspetto assai goffo e superato, non rivelandone appieno la potenza distruttiva. La dotazione munizioni assumeva un valore molto rispettabile, di 74 colpi, di cui 64 AP (anticarro) 10 di munizioni HE (altamente esplosive), aumentabile senza gravi difficoltà se necessario.
La trasformazione consisté nel rimuovere la torretta, sistemare sulla parte anteriore dell'anello di rotolamento la scudatura e creare sopra il comparto motore una piccola piattaforma di lavoro per il personale, nel frattempo salito a 3 uomini: capocarro, cannoniere e pilota. Lo scafo più usato era quello del Pz I Ausf B., la seconda e più numerosa delle serie. Il nuovo mezzo venne chiamato Panzejager I fur Pak(t) 4,7 cm (t) sta per cecoslovacco, l'origine del cannone.
Produzione
La produzione totale fu di 202 veicoli. Le industrie Alkett
produssero la prima serie di 132 esemplari nel 1940. Dieci della
seconda serie di 70 furono assemblati sempre dalla Alkett, mentre i
rimanenti 60 furono assemblati dalle industrie Klöckner-Humboldt-Deutz
fra il 1940 e il 1941. I veicoli della seconda serie sono riconoscibili
dallo scudo superiore a sette facce, a differenza di quelli a cinque
facce della prima serie.
Servizio
Il nuovo semovente controcarri si mise subito in luce, combattendo durante l'invasione della Francia, in Nord Africa e in URSS nel 1941.
Novantanove veicoli armarono i Battaglioni Controcarro 521, 616, 643 e
670 durante l'invasione della Francia. Solo il Battagliaone 521, però,
partecipò dall'inizio della campagna, mentre gli altri tre erano ancora
in fase di addestramento durante i primi giorni di battaglia. Solo
successivamente furono mandati al fronte
Ventisette Panzerjäger I armarono il Battaglione Controcarro 605 in Nord Africa. Esso arrivò a Tripoli
tra il 18 e 21 marzo 1941. Cinque rimpiazzi furono spediti durante il
settembre 1941, ma solo tre arrivarono poiché gli altri due furono
affondati insieme alla fregata che li stava trasportando. All'inizio
dell'Operazione crussander
il Battaglione era a pieni ranghi, ma perse tredici veicoli durante i
successivi scontri. Ulteriori quattro rimpiazzi furono spediti nel
gennaio 1942, perciò alla Battaglia di Allgazala
ne erano presenti diciassette. Nonostante un ulteriore rinforzo di tre
veicoli durante il settembre/Ottobre 1942, il battaglione aveva solo
undici mezzi funzionanti all'inizio della Seconda battaglia di El Allmein. Gli ultimi due rimpiazzi giunsero al Battaglione nel novembre 1942
Al 27 luglio 1941 il Battaglione 529 aveva perso 4 Panzerjäger. Al 23
novembre 1941 risultavano ancora sedici veicoli, sebbene due non fossero
in condizioni di operare..
La maggior parte dei mezzi sembrerebbe non essere sopravvissuta
all'Inverno 1941/42. Sempre il Battaglione 529, quando fu sciolto nel
giugno 1942, aveva ancora solo due Panzerjäger operativi. Solo il
Battaglione 616 sembrerebbe fare eccezione, poiché risulta che tutte e
tre le compagnie che lo componevano, disponevano ancora di PanzerJager I
durante l'autunno 1942
Benché il Panzerjäger I fosse probabilmente il miglior modo di
riutilizzare il carro PzKpfw I, si trattava pur sempre di un espediente.
La sua potenza di fuoco poteva mettere fuori uso molti dei carri
dell'epoca, e la mobilità era buona nonostante tutto, ma il problema era
che esso si dimostrava a sua volta un facile bersaglio, una volta che
la sua sagoma assai alta fosse stata scoperta. Praticamente qualunque
cannone di carro avrebbe potuto metterlo fuori gioco, e a questo andava
aggiunta l'artiglieria e gli attacchi aerei, specialmente contro
l'equipaggio dietro il cannone.
Così il veicolo venne via via messo fuori servizio appena arrivarono
cacciacarri e semoventi migliori, basati sullo scafo dei vari PzKpfw II e
III, oltre che mezzi cecoslovacchi. Molti dei veicoli rimpiazzati
furono utilizzati nei Balcani.
L'era del PzKpfw I 'combattente per caso' era quindi definitivamente
tramontata, anche se non prima di infliggere, con questa trasformazione,
diversi danni e perdite a mezzi che il carro base non avrebbe potuto
nemmeno intaccare. L'esperienza sarebbe servita per progettare veicoli
migliori, di cui questo era giusto il primo di una lunga serie.