Carro Pesante
PanzerKampfwagen VI Tiger II
PanzerKampfwagen VI Tiger II
Il Tiger II con la corazzatura inclinata avanzatissima
ed armato di un cannone da 88 mm con bocca di fuoco prolungata ad alta velocità
iniziale, era invulnerabile al fuoco di quasi tutti i carri alleati a qualsiasi
distanza.
Caratteristiche Tecniche
Equipaggio: 5 uomini
Peso: 69.700 kg
Motore: Maybach HL 230 P30 a 12 cilindri a benzina da 700 hp
Dimensioni:
- Lunghezza (compresa l'armamento) 10,26 mt
- Lunghezza (solo scafo) 7,26 mt
- Larghezza 3,75 mt
- Altezza 3,09mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 38 km/h
- Autonomia su strada 110 km
- Guado 1,6 mt, Pendenza 60%, Gradino 0,85 mt,
Trincea 2,5 mt
Tiger II Porsche
Tiger II Konigs
Tiger II Henschel
Cenni Storici
Non appena il Tiger entrò in produzione, venne presa la decisione di sviluppare una versione meglio armata e corazzata, i cui progetti vennero ancora una volta affidati alla Henschel e alla Porsche. Quest'ultima ideo dapprima un carro basato sul precedente progetto VK 4501 e armato di un cannone da 150 mm. Quest'ultimo venne respinto a favore di un nuovo progetto armato di un cannone da 88 mm; ma anche questo venne subito abbandonato perché l'impianto elettrico richiedeva troppo rame, all'epoca scarsamente disponibile.
Frattanto le torrette erano però già in produzione e vennero successivamente installate sui carri Henschel di prima serie. li progetto Henschel VK 4503(H) venne completato nell'ottobre 1943, un po' più tardi del previsto in quanto era stata presa la decisione di incorporarvi componenti del carro Panther Il già progettato. La produzione del Tiger II, o Panzerkampfwagen VI Tiger II Ausf B (SdKfz 182), venne avviata a Kassel nel dicembre del 1943 a fianco a quella del Tiger. I primi 50 veicoli di serie vennero completati con la torretta Porsche; tutti i carri successivi montarono la torretta Henschel, e ne vennero costruiti in totale 485. Il Tiger II - chiamato dai tedeschi Königstiger (tigre reale) - partecipò per la prima volta ad operazioni belliche sul fronte orientale nel maggio del 1944 e sul fronte occidentale in Normandia nell'agosto dello stesso anno.
Non appena il Tiger entrò in produzione, venne presa la decisione di sviluppare una versione meglio armata e corazzata, i cui progetti vennero ancora una volta affidati alla Henschel e alla Porsche. Quest'ultima ideo dapprima un carro basato sul precedente progetto VK 4501 e armato di un cannone da 150 mm. Quest'ultimo venne respinto a favore di un nuovo progetto armato di un cannone da 88 mm; ma anche questo venne subito abbandonato perché l'impianto elettrico richiedeva troppo rame, all'epoca scarsamente disponibile.
Frattanto le torrette erano però già in produzione e vennero successivamente installate sui carri Henschel di prima serie. li progetto Henschel VK 4503(H) venne completato nell'ottobre 1943, un po' più tardi del previsto in quanto era stata presa la decisione di incorporarvi componenti del carro Panther Il già progettato. La produzione del Tiger II, o Panzerkampfwagen VI Tiger II Ausf B (SdKfz 182), venne avviata a Kassel nel dicembre del 1943 a fianco a quella del Tiger. I primi 50 veicoli di serie vennero completati con la torretta Porsche; tutti i carri successivi montarono la torretta Henschel, e ne vennero costruiti in totale 485. Il Tiger II - chiamato dai tedeschi Königstiger (tigre reale) - partecipò per la prima volta ad operazioni belliche sul fronte orientale nel maggio del 1944 e sul fronte occidentale in Normandia nell'agosto dello stesso anno.
Per molti versi il Tiger II era simile, nella configurazione, al carro Panther
e impiegava lo stesso motore dei Panther ultimi prodotti, il che gli conferiva
un rapporto potenza-peso molto più basso, per cui il carro era molto
più lento e meno mobile del Panther. Mentre la corazza assicurava a
quest'ultimo quasi completa invulnerabilità da tutti i cannoni montati
sui carri alleati, il Tiger II non possedeva la stessa affidabilità
e la sua mole ne rendeva difficile il movimento e l'occultamento. Lo scafo
del Tiger II era di lamiere d'acciaio saldate con uno spessore massimo di
150 mm sul davanti. Il posto del pilota era a sinistra nella parte anteriore
con il mitragliere-radiofonista alla sua destra. Nella torretta, anch'essa
di lamiere saldate con uno spessore massimo di 100 mm sul davanti, trovavano
posto il capocarro e il cannoniere a sinistra e il caricatore a destra. Il
motore era nella parte posteriore dello scafo. L'armamento principale era
costituito da un cannone KwK 43 da 88 mm con bocca da fuoco lunga che poteva
impiegare proietti perforanti e ad alto esplosivo, i primi dotati di maggiore
velocità iniziale rispetto a quelli equivalenti del Tiger originale.
Una mitragliatrice MG34 da 7,92 mm era montata coassialmente, al cannone ed
un'altra sul davanti dello scafo. La dotazione munizioni era di 84 colpi da
88 mm di 5850 da 7,92 mm per le mitragliatrici. Lo scafo del Tiger Il fu utilizzato
anche come base per il cacciacarri Jagdtiger B, armato di un cannone da 128
mm in casamatta a rotazione limitata.
Il Panzerkampfwagen VI Ausf. B fu un carro armato tedesco della seconda guerra mondiale. Fu conosciuto anche come Sonderkraftfahrzeug 182 (Sd. Kfz. 182), o informalmente come Tiger II o Königstiger (tedesco:tigre del bengala, spesso tradotto letteralmente nell'inglese King Tiger) e dalle forze britanniche come Royal Tiger.
Nel gennaio 1943, pochi mesi dopo l'entrata in servizio del TIGER 1, l'ufficio armamenti dell'esercito tedesco emanò la richiesta per un nuovo carro armato pesante con una torretta in grado di ospitare il potente cannone da 88 mm lungo 71,2 calibri.
L'appalto di progettazione venne affidato alle due migliori divisioni di ricerca allora disponibili: la Porsche e la Henschel & Sohn,
e, come per il Tiger I, fu il modello della Henschel a risultare
vincente date le caratteristiche di maggiore affidabilità e di facilità
di produzione: da questo progetto nacque il Tiger II.
Caratteristiche
Nonostante il legame dato dal nome, la struttura del Tiger II era completamente diversa da quella del Tiger 1 e si richiamava a quella del Panther con l'inclinazione dello scafo anteriore ripresa dal T-34 russo, che era in grado di ridurre notevolmente la potenza delle granate perforanti usate dai carri pesanti.
Vennero aggiunte le opportune modifiche come l'aumento della
corazzatura in generale, quella anteriore sfiorava i 150 mm e inclinata a
50°, e da piastre laterali spesse 80 mm e inclinate a 25°. La parte
posteriore era composta da un'unica piastra spessa 40 mm, mentre la
torretta aveva una piastra frontale spessa 180 mm e inclinata di 9°, con
una scudatura del cannone sagomata a "muso di maiale" (tedesco: Saukopfblende) spessa 100 mm.
Ovviamente la notevole corazzatura comportava un peso notevole, e con
le sue 68,7 tonnellate, il Tiger II fu uno dei carri armati più pesanti
impiegati durante la seconda guerra mondiale.
Come motore il Tiger II peccava in fatto di velocità e maneggevolezza,
come propulsore fu scelto lo stesso del Panther ma molto potenziato, un Maybach
HL 230 P30, che sviluppava 750 cavalli, e che era in grado di muovere
le 70 tonnellate del carro ad una velocità di 38 km/h su strada e di
20 km/h su altri fondi; mentre l'elevato consumo di carburante
comportava che gli 860 litri di benzina contenuti nel suo serbatoio
assicurassero una autonomia massima di 170 chilometri.
Come armamento principale era utilizzato il temutissimo cannone 8,8 cm KwK 43 L/71,2
ad alta velocità iniziale (con una dotazione di 72 granate) in grado di
sparare proiettili controcarro alla velocità di 1.020 metri al secondo e
con una gittata utile di 2.200: grazie alle doti balistiche dell'arma
era possibile aver ragione delle corazzature a disposizione degli Alleati ben prima che i corazzati nemici si portassero a distanze pericolose.
In guerra
I primi Tiger II furono distribuiti ai reparti d'addestramento tra il gennaio e il maggio 1944, e solamente a giugno i primi esemplari furono consegnati ai reparti operativi: tra questi vi fu lo Schwere-Panzer-Abteilung 503 , che fu il primo reparto a utilizzare il nuovo carro contro gli Alleati in Normandia. Nel dicembre 1944 lo Schwere SS-Panzer-Abteilung 101, che contava almeno 20 Tiger II, venne posto alle dipendenze del Kampfgruppe Peiper durante l'Offensiva delle Ardenne. Alcuni di essi furono usati nella disperata difesa di Budapest nel 1945 e nell'offensiva del lago Balaton in Ungheria per riconquistare i pozzi petroliferi nel febbraio del 1945. Per quanto temibili in fase difensiva, soprattutto in agguati da posizioni preparate i Tigre II si rivelarono inermi contro la preponderante superiorità aerea degli alleati occidentali (contro cui ogni carro era un bersaglio fin troppo lento e invitante) sia contro la raggiunta superiorità tattica delle formazioni sovietiche di prima linea, ormai abituate a confrontarsi contro una Wehrmacht esausta e dissanguata e dotate di mezzi T-34/85, SU-100 e l'JS-2.Il King Tiger era comunque il carro più potente dell'Asse,generalmente quando Alleati e Russi udivano il rombo del suo motore erano costretti a scappare o a scegliere una morte coraggiosa. Il confronto più interessante ovvero quello tra TigerII e JS-2 vede una netta prevalenza del carro tedesco, più pesante, massiccio,corazzato e potente.In un ipotetico scontro il JS-2 avrebbe avuto nel 70% dei casi la peggio, a meno che riuscisse a cogliere il lento TigerII di sorpresa sul didietro ovvero la parte più vulnerabile.
Derivati e produzione
Tra il gennaio 1944 e il marzo 1945
vennero prodotti 489 esemplari, ognuno dei quali con un numero di
identificazione individuale stampato sulla torretta. Queste le
produzioni:
- 1943: 3
- 1944: 377 (di cui 50 con torretta Porsche)
- 1945: 107
L'unica variante derivata dal Tiger II fu il cacciacarri Jagdtiger ,
una mostruosità da 76 tonnellate a malapena semovente (aveva lo stesso
motore del Tiger II, ancora più stressato e pronto al surriscaldamento),
armata con un pezzo di origine antiaerea da 128 mm e una corazza
frontale da 250 mm e che fu prodotta in soli 88 esemplari tra il luglio 1944 e il marzo 1945.
Questi mezzi furono divisi in due battaglioni, uno operò nella disperata controffensiva "Nordwind" nel gennaio del 1945, dove venne sconfitto quasi unicamente dalla pesantezza dei propri mezzi e dalla loro avidità di carburante più che dalla gagliarda reazione delle truppe gaulliste e statunitensi. Nonostante diverse affermazioni di parte sovietica non vi sono prove affidabili che la seconda unità abbia preso parte alla difesa di Budapest; gli esemplari caduti in mano all'Armata Rossa possono essere stati catturati inermi in qualche deposito o snodo ferroviario.
Questi mezzi furono divisi in due battaglioni, uno operò nella disperata controffensiva "Nordwind" nel gennaio del 1945, dove venne sconfitto quasi unicamente dalla pesantezza dei propri mezzi e dalla loro avidità di carburante più che dalla gagliarda reazione delle truppe gaulliste e statunitensi. Nonostante diverse affermazioni di parte sovietica non vi sono prove affidabili che la seconda unità abbia preso parte alla difesa di Budapest; gli esemplari caduti in mano all'Armata Rossa possono essere stati catturati inermi in qualche deposito o snodo ferroviario.
Problemi tecnici del Tiger II
Il Tiger II, nonostante l'apparenza impressionante, si rivelò operativamente una macchina fragile.
I primi due Tiger II catturati dai russi furono mandati a kubinka, per prove di valutazione e comparative.
Già durante il trasferimento, avvenuto, per quanto possibile, con i
mezzi autonomi dei due carri, si evidenziarono numerosissime falle
tecniche e progettuali.
Una ruota motrice si ruppe dopo 86 km di marcia, il sistema di
raffreddamento si dimostrò inadeguato con temperature ambientali
superiori a 30°, causando continui blocchi del motore e del cambio per
surriscaldamento, gli elementi dei cingoli si rompevano costantemente a
causa del colossale peso del veicolo, soprattutto in fase di sterzata.
Il sistema di pretensionamento dei cingoli non era perfettamente a
punto, e la tensione andava riaggiustata ogni 10 – 15 km di marcia.
Oltre alla scarsa affidabilità, la prova sul campo dimostrò anche che il
motore era molto più assetato di quanto dichiarato dalle specifiche
tecniche. Con 860 litri di carburante furono percorsi 90 km di strada
bianca (il manuale tecnico del carro, nelle stesse condizioni, indicava
un consumo di 700 litri).
La velocità massima effettiva del carro risultò essere non superiore
ai 30 km/h su strada in buone condizioni, o circa 14 su strada bianca.
Su terreno aperto, il Tiger II evidenziò addirittura prestazioni da
carro della prima fguerra mondiale, con punte di velocità al massimo di 6–7 km/h.
La velocità massima dichiarata dal manuale (41,5 km/h) non fu raggiunta in alcuna circostanza.
La qualità della corazzatura, poi, nonostante gli accresciuti
spessori, era decisamente inferiore a quella del Tiger I, del Panther o
dei semoventi Elefant.
La causa era dovuta alla sostituzione nella lega d'acciaio usata del molibdeno col vanadio, a causa dell'esaurimento delle scorte tedesche del primo materiale.
Ciò portò a creare corazze con una durezza superficiale superiore, ma molto meno malleabili e conseguentemente più pronte a creparsi e al fenomeno dello spalling (il distacco e frammentazione degli strati interni della corazza a seguito di un'esplosione, con conseguenti schegge che volano all'interno del carro investendo l'equipaggio). Anche le saldature erano molto più pronte a spaccarsi rispetto ai carri precedenti.
Dalle prove di fuoco, risultò che sia i proiettili ad alto esplosivo che perforanti dei cannoni russi da 152, 122 e 100 mm erano in grado di causare crepe, spalling e distruggere le saldature della piastra frontale a distanze di 500–1000 m. I lati della torre potevano essere perforati anche a più di 800 m sia dal calibro 85 mm che dai proiettili perforanti americani da 76 mm.In compenso, il pezzo da 88 mm KwK 43 montato dal carro si rivelò un'arma anticarro eccezionale, con penetrazioni e precisione all'altezza del più grosso 122 mm D-25 russo. Un proiettile sparato da 400 m contro uno dei Tiger catturati lo passò da parte a parte.
Inoltre alcuni dei carri prodotti non riuscirono ad essere
trasportati sul fronte a causa della loro mole, in quanto le numerose
gallerie ferroviarie presenti in Germania o altrove non erano
sufficientemente grandi per far passare tutto il carro armato.
La pessima prova dei carri tedeschi "superpesanti" non mancò di
impressionare negativamente gli alti comandi russi, che preferirono
indirizzare la produzione verso modelli "universali" che combinassero
una ragionevole protezione e potenza di fuoco con ottima manovrabilità e
consumi che non gravassero eccessivamente sulla componente logistica.
Tale indirizzo ha poi guidato tutta la produzione sovietica e poi russa
di carri armati, dal T-54 fino al T-90.
Le nazioni occidentali, invece, caddero brevemente sotto l'ipnosi del
"mito del super-carro", sperperando tempo e risorse nello sviluppo di
modelli-monstre come l'M-103 statunitense e il britannico Conqueror che, una volta che ebbero evidenziato tutti i loro problemi, vennero presto abbandonati per evoluzioni dell'M-48 e del Centurion.
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