Cacciacarri
Jagdpanther
Jagdpanther
Con
la sua eccellente combinazione di potenza, mobilità, protezione ed
efficacia, fu un semovente controcarri temuto e rispettato dai carristi alleati.
Caratteristiche Tecniche
Equipaggio: 5 uomini
Peso: 46.000 kg
Motore: Maybach HL 230 a benzina da 600-700 hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 9,9 mt, solo scafo 6,87 mt
- Larghezza 3,27 mt
- Altezza 2,715 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 55 km/h
- Autonomia su strada 160 km
- Guado 1,7 mt, Pendenza 70%, Gradino 0,9 mt, Trincea 1,9 mt
Equipaggio: 5 uomini
Peso: 46.000 kg
Motore: Maybach HL 230 a benzina da 600-700 hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 9,9 mt, solo scafo 6,87 mt
- Larghezza 3,27 mt
- Altezza 2,715 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 55 km/h
- Autonomia su strada 160 km
- Guado 1,7 mt, Pendenza 70%, Gradino 0,9 mt, Trincea 1,9 mt
Cenni Storici
Quando i primi veicoli chiamati Jagdpanther vennero prodotti nel febbraio del 1944, essi segnarono il passaggio dal periodo del Panzerjager (cacciatore di carri), risultato di affrettate trasformazioni o improvvisazioni, a quello del semovente controcarro costruito specificatamente per tale ruolo. L'idea dello Jagdpanther venne ventilata per la prima volta all'inizio del 1943, in un momento in cui vi era grande bisogno di tali veicoli e si sperava che, prendendo il migliore scafo disponibile, il totale dei mezzi prodotti avrebbe fronteggiato la richiesta. Per il nuovo Panzerjäger venne preso a base lo scafo del Panther, praticamente senza modifiche, e vi venne montato in una sovrastruttura a pareti ben inclinate e corazzate un cannone controcarro Pak 43 da 8,8 cm più una mitragliatrice MG34 o MG42 da 7,92 mm per la difesa vicina. Il prototipo, chiamato Panzerjäger Panther venne presentato a Hitler nell'ottobre del 1943 e questi ordinò di cambiare il nome in Jagdpanther.
Veloce, ben protetto, armato di un cannone potente, lo Jagdpather aveva anche, come non bastasse, un aspetto generale che lo distingueva da tutti i suoi contemporanei: la sua struttura era così ben proporzionata da far bella figura anche oggi, quarant'anni dopo la sua apparizione, in un parco di mezzi corazzati. Lo Jagdpanther poteva mettere fuori combattimento praticamente qualsiasi carro nemico, compreso il carro pesante JS-2 sovietico, che peraltro, per avere l'assoluta certezza di immobilizzarlo, occorreva colpirlo sul fianco. In certe occasioni, singoli Jagdpanther, o piccoli nuclei di essi, furono capaci di arrestare le colonne di attacco alleate per notevoli periodi di tempo e fu una fortuna per gli alleati stessi che la produzione del mezzo non raggiungesse mai i previsti 150 esemplari al mese.
Quando i primi veicoli chiamati Jagdpanther vennero prodotti nel febbraio del 1944, essi segnarono il passaggio dal periodo del Panzerjager (cacciatore di carri), risultato di affrettate trasformazioni o improvvisazioni, a quello del semovente controcarro costruito specificatamente per tale ruolo. L'idea dello Jagdpanther venne ventilata per la prima volta all'inizio del 1943, in un momento in cui vi era grande bisogno di tali veicoli e si sperava che, prendendo il migliore scafo disponibile, il totale dei mezzi prodotti avrebbe fronteggiato la richiesta. Per il nuovo Panzerjäger venne preso a base lo scafo del Panther, praticamente senza modifiche, e vi venne montato in una sovrastruttura a pareti ben inclinate e corazzate un cannone controcarro Pak 43 da 8,8 cm più una mitragliatrice MG34 o MG42 da 7,92 mm per la difesa vicina. Il prototipo, chiamato Panzerjäger Panther venne presentato a Hitler nell'ottobre del 1943 e questi ordinò di cambiare il nome in Jagdpanther.
Veloce, ben protetto, armato di un cannone potente, lo Jagdpather aveva anche, come non bastasse, un aspetto generale che lo distingueva da tutti i suoi contemporanei: la sua struttura era così ben proporzionata da far bella figura anche oggi, quarant'anni dopo la sua apparizione, in un parco di mezzi corazzati. Lo Jagdpanther poteva mettere fuori combattimento praticamente qualsiasi carro nemico, compreso il carro pesante JS-2 sovietico, che peraltro, per avere l'assoluta certezza di immobilizzarlo, occorreva colpirlo sul fianco. In certe occasioni, singoli Jagdpanther, o piccoli nuclei di essi, furono capaci di arrestare le colonne di attacco alleate per notevoli periodi di tempo e fu una fortuna per gli alleati stessi che la produzione del mezzo non raggiungesse mai i previsti 150 esemplari al mese.
Quando le fabbriche, nell'aprile del 1945, cessarono la produzione, erano
stati completati, con grande sollievo dei carristi alleati, solo 382 veicoli
e la ridotta produzione era dipesa naturalmente dai danni provocati dalle
incursioni aeree alleate dei due maggiori centri di produzione, la fabbrica
MIAG di Braunschweig e la Brandenburg Eisenwerk Kirchmöser di Brandenburg.
Le incursioni aeree allegate costrinsero anche a varianti di produzione degli
Jagdpanther: alcuni vennero dotati di scudi imbullonati di grandi dimensioni
per il cannone; altri di scudi molto più piccoli, quasi dei collari.
Nelle ultime versioni prodotte la bocca da fuoco non era monoblocco, ma scomponibile
in due parti sì da facilitare la sostituzione della canna usurata;
lo stivaggio degli attrezzi e dei materiali vari ebbe soluzioni diverse.
L'equipaggio era di cinque uomini; nella sovrastruttura, come si è detto, ben inclinata e ben protetta, vi era posto anche per 60 colpi per il cannone. Alla fine della guerra era già stata progettata l'installazione di un pezzo controcarro da 12,8 cm in una nuova versione, ma in pratica di questa venne costruito soltanto un modello in legno a grandezza naturale. Anche con il cannone da 8,8 cm, comunque, lo Jagdpanther, con la sua eccellente combinazione di potenza, mobilità, protezione ed efficacia, fu un semovente controcarro temuto e rispettato dai carristi alleati.
L'equipaggio era di cinque uomini; nella sovrastruttura, come si è detto, ben inclinata e ben protetta, vi era posto anche per 60 colpi per il cannone. Alla fine della guerra era già stata progettata l'installazione di un pezzo controcarro da 12,8 cm in una nuova versione, ma in pratica di questa venne costruito soltanto un modello in legno a grandezza naturale. Anche con il cannone da 8,8 cm, comunque, lo Jagdpanther, con la sua eccellente combinazione di potenza, mobilità, protezione ed efficacia, fu un semovente controcarro temuto e rispettato dai carristi alleati.
Lo Jagdpanzer V Jagdpanther (tedesco: "pantera cacciatrice") fu un cacciacarri usato dall'esercito tedesco e, in minor misura, dalle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra fu utilizzato dall'esercito francese in alcuni suoi reparti corazzati.
Storia e produzione
Il progetto per la nascita di un cacciacarri pesante fu approvato dall'Heereswaffenamt (l'ufficio degli armamenti per l'esercito) il 3 agosto 1942; esso avrebbe dovuto combinare il nuovo cannone Pak da 8,8 cm allo scafo del carro Panther, all'epoca ancora sotto sviluppo. Il compito della progettazione fu affidato alla Krupp, che espose le caratteristiche tecniche nel nuovo veicolo all'inizio del 1943 Tuttavia, il 15 ottobre 1942, il Reichsminister für Rüstung und Kriegsproduktion Albert Speer decise che il compito della produzione del cacciacarri sarebbe spettata alla Daimler Benz, il cui inizio era deciso per il luglio 1943.Un ulteriore avvicendamento della fabbrica costruttrice si verificò il 24 maggio, quando per motivi di spazio si decise di trasferire il ruolo di costruttore alla fabbrica Mühlenbau-Industrie A.G. di Braunschweig . In ottobre il primo prototipo (numero di scafo V 101) fu pronto, seguito nel mese succesivo da un secondo prototipo, con numero di scafo V 102. Il 29 dello stesso mese il nuovo cacciacarri fu ribattezzato per ordine di Adolf Hitler in Jagdpanther.
A gennaio del 1944 i primi cinque Jagdpanther di serie uscirono dagli impianti della MIAG. Per giugno, solo 46 Jagdpanther dei 160 previsti lasciarono le fabbriche, a causa dei bombardamenti alleati e dei miglioramenti che via via si applicavano ai vari modelli prodotti. Preoccupati dai bassi ritmi di produzione, l' Heereswaffenamt e l'Oberkommando des Heeres decisero di ampliare la produzione dei cacciacarri con altre due aziende, la Maschinenfabrik Niedersachsen-Hannover, che già produceva i carri Panther dal 1943, e la Maschinenbau und Bahnbedarf, che fino ad allora non aveva ancora prodotto nessun veicolo da combattimento.
Grazie alle due aziende supplementari, tra il novenbre ed il dicembre 1944, altri 122 Jagdpanther uscirono dalle catene di montaggio. Malgrado ciò, a causa dei bombardamenti alleati delle fabbriche, della deficienza di energia e di trasporti, nei mesi di febbraio,marzo e aprile il ritmo della produzione scese notevolmente, sino a cessare del tutto in maggio a seguito all'occupazione delle fabbriche da parte delle forze militari alleate In totale, nel corso del secondo conflitto mondiale, 419 cacciacarri Jagdpanther furono fabbricati dalle tre imprese di costruzione.
Descrizione tecnica
Si decise di utilizzare come base per il nuovo cacciacarri l'eccellente scafo del carro Panther Ausf A, con sovrastruttura debitamente estesa sulla parte frontale e laterale. I 45.500 chili del veicolo erano mossi da un motore Maibacht HL230 P30 da 12 cilindri a V capace di erogare 700 cavalli di potenza a 3000 giri al minuto. Alimentato da benzina e raffreddato ad acqua, il motore era capace di portare il mezzo ad una velocità di 55 km/h su strada e di 24 km/h su terreno misto.
Questo aveva una capienza di 720 litri di combustibile e dava allo
Jagdpanther un'autonomia di 250 chilometri su strada e di 100 chilometri
su terreno misto, con un consumo di 280 litri di benzina ogni 100 chilometri su strada.
Come trasmissione, lo Jagdpanther adoperava inizialmente una
Zahnradfabrik AK 7-200 con 7 marce avanti ed una indietro, sostituita
negli ultimi modelli con la migliore ZF AK 7-400. Le sospensioni erano del tipo a barre di torsione, dotate di cingoli con larghezza di 660 mm ed una pressione specifica di 0,87 kg/cm2, il che ne assicurava un'ottima mobilità in terreno proibitivo.
Come armamento primario, il cacciacarri disponeva del potente cannone Pak 43/3 da 8,8 cm di calibro e 71 calibri di lunghezza (6,298 metri), simile al modello montato sul carro pesante Tiger 2.
Nei primi quattro mesi di produzione, il cannone era del tipo
monoblocco (cioè realizzato in un solo pezzo); dal maggio 1944 si iniziò
a montare la versione a due blocchi, di più semplice e rapida
realizzazione.
Con un rateo di fuoco di 6-10 colpi per minuto, il PaK aveva
originariamente una riserva di 60 colpi (perforanti ed esplosivi),
diminuiti a 58 alla fine del 1944 per una migliore sistemazione delle
radio di bordo.
Dotato di straordinarie capacità anticarro, il cannone poteva
distruggere o mettere fuori combattimento qualunque mezzo alleato o
sovietico a distanze superiori ai 2000 metri frontalmente, con ottime probabilità di colpire il bersaglio al primo colpo alla distanza di un chilometro.
Gli organi di mira era affidati all'ottica Sfl. ZF 5 da 2,4
ingrandimenti per il cannoniere ed al periscopio Sf. 14Z per il
capocarro. La difesa del veicolo contro la fanteria nemica era
assicurata da una mitragliatrice leggera MG34 da 7,92mm
con 600 proiettili di scorta e montata alla destra del cannone su una
blinda sferica. Dal giugno 1944 come difesa ravvicinata, un mortaio
9,2 cm NbK 39 venne montato e dotato di 30 granate d'esplosivo ad alto
potenziale. Quattro mitra MP40 con 768 cartucce da 9mm servivano all'equipaggio per la propria difesa personale.
La corazza frontale della sovrastruttura raggiungeva lo spessore di 80 mm, con un'inclinazione
di 35° rispetto all'asse orizzontale, il che ne dava uno spessore
orizzontale di circa 140 mm, rendendolo invulnerabile ad ogni proiettile
anticarro alleato o sovietico al di sopra dei 400 m. La protezione ai
fianchi e sul retro raggiungeva rispettivamente lo spessore di 50 mm con
inclinazione di 60° (spessore verticale 57 mm) e 40 mm con inclinazione
di 55° (spessore verticale di 48 mm); sia i lati che il retro erano
vulnerabili alla maggior parte dei proiettili controcarro avversari alle
normali distanze d'ingaggio.
La protezione del cannone dipendeva dalla Saukopf ("testa di
maiale"), una scudatura spessa 100 mm fusa ed arrotondata. Per rendere
il veicolo meno esposto alle mine magnetiche, si decise di ricorrere
alla pasta antimagnetica Zimmerit. Ciononostante, ci si accorse che questa non era dell'efficacia sperata e così, il 9 settembre 1944, si decise di eliminarla dai modelli di serie.
Frequentemente venivano montate ai lati le Schürzen ("grembiuli"), dallo spessore di 5 mm e con lo scopo di far attivare i proiettili a carica cava anticipatamente, in modo che il getto incandescente non entrasse a contatto con la debole corazza inferiore dello scafo.
L'equipaggio era formato da cinque carristi: il pilota posizionato sulla
sinistra del cannone, il mitragliere/radiotelegrafista alla sua destra,
il cannoniere ed il servente dietro il pilota e per concludere sul
retro del vano di combattimento il capocarro.
Impiego operativo
I primi prototipi furono presentati ad Hitler nell'ottobre del 1943 e ribattezzati dallo stesso "Jagdpanther". Videro il battesimo di fuoco Giugno 1944: in forza al 559º e 654º schwere Panzerjägerabteilung nel corso dell'invasione alleata della Normandia. Presero inoltre parte alla battaglia delle Ardenne
ed alle ultime offensive tedesche sul fronte orientale. Nonostante il
brandeggio limitato costituisse uno svantaggio nelle battaglie di
movimento, lo Jagdpanther si rivelò un mezzo potente e ben protetto. Era
in grado di distruggere i carri britannici e statunitensi anche a
distanze superiori ai 2.000 metri, ma non fu mai impiegato in quantità significative da costituire una seria minaccia.
L'efficienza in battaglia era aumentata dal fatto che l'equipaggio disponeva di un buon sistema intercom
e da un adeguato stivaggio delle munizioni. La produzione, che non
raggiunse mai le 150 unità mensili richieste, si arrestò nel 1945 a
seguito del bombardamento delle fabbriche MIAG e Brandenburg Eisenwerk
Kirchmöser che lo costruivano.
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