Cannone Semovente
Sturmtiger
Sturmtiger
Lo
Sturmtiger, armato con un lanciarazzi da 38 cm che lanciava una specie di
carica di profondità navale per demolire edifici, fu uno dei maggiori
mezzi tedeschi per il sostegno ravvicinato.
Caratteristiche Tecniche
Tipo: Cannone d'assalto
Equipaggio: 7 uomini
Peso: 65.000 kg
Motore: Maybach a 12 cilindri a V a benzina da 650 hp
Dimensioni:
- Lunghezza 6,28 mt
- Larghezza 3,57 mt
- Altezza 2,85 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 40 km/h
- Autonomia su strada 120 km
- Guado 1,22 mt
Armamento: 1 lanciarazzi da 38 cm ed 1 mitragliatrice da 7,92 mm
Tipo: Cannone d'assalto
Equipaggio: 7 uomini
Peso: 65.000 kg
Motore: Maybach a 12 cilindri a V a benzina da 650 hp
Dimensioni:
- Lunghezza 6,28 mt
- Larghezza 3,57 mt
- Altezza 2,85 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 40 km/h
- Autonomia su strada 120 km
- Guado 1,22 mt
Armamento: 1 lanciarazzi da 38 cm ed 1 mitragliatrice da 7,92 mm
Cenni Storici
Stalingrado insegnò molte cose all'esercito tedesco, fra cui, non ultima, quella che esso era male armato per il combattimento nei centri abitati. Secondo il loro tipico sistema i tedeschi decisero allora di fronteggiare ogni futura esigenza di questo tipo di combattimento ricorrendo ad un'arma superpesante che eliminasse la necessitò di combattere casa per casa, facendo saltare in aria qualsiasi edificio o struttura difesa. Essa fu la versione terrestre di un'arma navale: la carica di profondità.
Nel 1943 i tedeschi produssero una versione del carro Tiger che ebbe diversi nomi fra cui Sturmmörser 38 cm, Sturmpanzer VI e Sturmtiger. Indipendentemente dal nome, si trattava di un carro Tiger in cui la torretta era stata sostituita da una grossa sovrastruttura a cassone con una corta bocca da fuoco che si affacciava attraverso la piastra inclinata anteriore. Questa bocca da fuoco non era cannone, ma un lanciarazzi Raketenwerfer 61 da 38 cm di tipo insolito, perché lanciava una carica di profondità con propulsione a razzo, del peso di non meno di 345 kg. Il proietto si basava sulla struttura di una carica di profondità navale e perciò quasi tutto il suo peso era costituito dall'alto esplosivo, il cui effetto sulla costruzione anche più resistente facile immaginare. I razzi avevano una gittata massima di 5650 m; la bocca da fuoco del lanciarazzi era congegnata in modo che i gas di efflusso, dirottati in avanti, uscivano dai tubi di Venturi disposti intorno al freno di bocca. Lo Sturmtiger era molto ben protetto, con una corazza dello spessore di 150 mm sul davanti 80-85 mm ai lati.
Stalingrado insegnò molte cose all'esercito tedesco, fra cui, non ultima, quella che esso era male armato per il combattimento nei centri abitati. Secondo il loro tipico sistema i tedeschi decisero allora di fronteggiare ogni futura esigenza di questo tipo di combattimento ricorrendo ad un'arma superpesante che eliminasse la necessitò di combattere casa per casa, facendo saltare in aria qualsiasi edificio o struttura difesa. Essa fu la versione terrestre di un'arma navale: la carica di profondità.
Nel 1943 i tedeschi produssero una versione del carro Tiger che ebbe diversi nomi fra cui Sturmmörser 38 cm, Sturmpanzer VI e Sturmtiger. Indipendentemente dal nome, si trattava di un carro Tiger in cui la torretta era stata sostituita da una grossa sovrastruttura a cassone con una corta bocca da fuoco che si affacciava attraverso la piastra inclinata anteriore. Questa bocca da fuoco non era cannone, ma un lanciarazzi Raketenwerfer 61 da 38 cm di tipo insolito, perché lanciava una carica di profondità con propulsione a razzo, del peso di non meno di 345 kg. Il proietto si basava sulla struttura di una carica di profondità navale e perciò quasi tutto il suo peso era costituito dall'alto esplosivo, il cui effetto sulla costruzione anche più resistente facile immaginare. I razzi avevano una gittata massima di 5650 m; la bocca da fuoco del lanciarazzi era congegnata in modo che i gas di efflusso, dirottati in avanti, uscivano dai tubi di Venturi disposti intorno al freno di bocca. Lo Sturmtiger era molto ben protetto, con una corazza dello spessore di 150 mm sul davanti 80-85 mm ai lati.
L'equipaggio era di sette uomini, compresi il capopezzo, un osservatore del
tiro ed il pilota; gli altri quattro uomini erano i serventi del lanciarazzi.
Date le grosse dimensioni, solo 12 proietti potevano essere trasportati nella
sovrastruttura ed uno all'interno del lanciarazzi. Per facilitare l'operazione
di carico dei razzi nel veicolo veniva utilizzata una piccola gru a braccio
montata sulla parte posteriore della sovrastruttura, mentre un portello vicino
consentiva l'accesso all'interno. Una volta all'interno, rotaie aeree permettevano
ai razzi il movimento dalle e alle rastrelliere disposte lungo le fiancate,
e l'introduzione nel lanciarazzi avveniva con l'ausilio di un'apposita cucchiara
di caricamento.
Il prototipo dello Sturmtiger fu pronto alla fine del 1943, ma la produzione del pesante veicolo venne avviata solo nell'agosto del 1944. Vennero prodotti soltanto 10 esemplari impiegati poi singolarmente o in coppia su quasi tutti i fronti, ma in situazioni in cui il loro potente armamento fu di scarsa utilità. Di conseguenza la maggior parte venne subito messa fuori combattimento o abbandonata dell'equipaggio una volta finito il carburante.
Le carcasse di questi veicoli, impiegati, come si e detto, isolatamente ed in zone come quelle dell'Italia Settentrionale, affascinarono gli alleati e molti furono i rapporti informativi particolareggiati scritti su di essi. I più si resero conto che lo Sturmtiger era un'arma altamente specializzata che veniva gettata nella mischia dai tedeschi nelle ultimo fasi della guerra, nello sforzo di impiegare ogni arma disponibile nelle operazioni. Se gli Sturmtiger fossero stati utilizzati, come previsto, nei centri abitati, sarebbero stati un'arma formidabile.
Il Tiger-Mörser, 38 cm RW61 auf Sturm(panzer)mörser Tiger, o Sturmmörser Tiger, più conosciuto come Sturmtiger o Sturmpanzer VI, era un semovente di produzione tedesca. Realizzato in un numero limitato di esemplari, era la versione del PzKpfw VI Tiger armata con un mortaio navale, lo SturmMörser RW61 L/5,4, da 380 mm che sparava bombe di profondità con razzo, con un peso di 345 kg complessivo.
Venne utilizzato brevemente in azioni operative dall'Heer durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale.
Il prototipo dello Sturmtiger fu pronto alla fine del 1943, ma la produzione del pesante veicolo venne avviata solo nell'agosto del 1944. Vennero prodotti soltanto 10 esemplari impiegati poi singolarmente o in coppia su quasi tutti i fronti, ma in situazioni in cui il loro potente armamento fu di scarsa utilità. Di conseguenza la maggior parte venne subito messa fuori combattimento o abbandonata dell'equipaggio una volta finito il carburante.
Le carcasse di questi veicoli, impiegati, come si e detto, isolatamente ed in zone come quelle dell'Italia Settentrionale, affascinarono gli alleati e molti furono i rapporti informativi particolareggiati scritti su di essi. I più si resero conto che lo Sturmtiger era un'arma altamente specializzata che veniva gettata nella mischia dai tedeschi nelle ultimo fasi della guerra, nello sforzo di impiegare ogni arma disponibile nelle operazioni. Se gli Sturmtiger fossero stati utilizzati, come previsto, nei centri abitati, sarebbero stati un'arma formidabile.
Il Tiger-Mörser, 38 cm RW61 auf Sturm(panzer)mörser Tiger, o Sturmmörser Tiger, più conosciuto come Sturmtiger o Sturmpanzer VI, era un semovente di produzione tedesca. Realizzato in un numero limitato di esemplari, era la versione del PzKpfw VI Tiger armata con un mortaio navale, lo SturmMörser RW61 L/5,4, da 380 mm che sparava bombe di profondità con razzo, con un peso di 345 kg complessivo.
Venne utilizzato brevemente in azioni operative dall'Heer durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale.
Sviluppo
L'idea di un semovente da impiegare esclusivamente nella demolizione delle fortificazioni si fece strada fra l'Oberkommando der Wehrmacht (OKW) durante la battaglia di Stalingrado, i cui serratissimi combattimenti casa per casa, stanza per stanza, che spesso si trascinavano per giorni fece sorgere tra gli ufficiali tedeschi l'eufemismo Rattenkrieg, cioè guerra da topi.
Visto il buon successo riscontrato da alcuni cannoni d'assalto realizzati in tutta fretta unendo lo scafo dello StuG III
con un obice corto da 150mm (combinazione battezzata StuG 33) agli
ingegneri del Terzo Reich venne ordinato di realizzare veicoli simili ma
ancora più protetti e potenti; ne risultarono due modelli: lo Sturmpanzer IV Brummbaer, che aveva lo scafo del Panzer IV con un obice semi-mobile da 150mm
e, appunto, lo Sturmtiger, che sfruttarva lo scafo del Tiger I,
da poco entrato in linea, per creare un mezzo pressoché intoccabile
dalle squadre di fanteria che potevano costituirne i probabili avversari
in ambiente urbano, e in grado di polverizzare interi isolati con un
solo colpo, rendendo così inutile l'assalto stanza per stanza che tanta
usura aveva causato a Stalingrado.
Impiego operativo
Lo Sturmtiger era un'arma di grande potenza e sarebbe stata micidiale se avesse avuto la possibilità di essere impiegata per gli scopi per i quali era stata concepita. Tuttavia, nel 1944, anno in cui furono disponibili gli unici 10 prototipi costruiti, la Wehrmacht era ovunque sulla difensiva, cosicché la costante necessità di carri spinse i tedeschi a destinarli alla spicciolata su vari scenari di guerra, dove spesso neppure giunsero a causa delle costanti incursioni di caccia bombardieri ed alla penuria di benzina.
Come è facile immaginare, le granate da 380mm lanciate da tale arma
provocavano distruzioni immani: si pensi che un singolo Sturmtiger
riuscì a distruggere quattro carri Sherman con un colpo solo, durante la battaglia della Ruhr nel 1945. In ogni caso, lo Sturmtiger non fu un'arma risolutiva poiché prodotto in un numero irrisorio e perché alla fine del 1944 la sconfitta del esercito tedesco era ormai segnata. Solo durante la repressione dell'insurrezione di Varsavia,
lanciata dai partigiani bianchi del generale Bor-Komorowski, lo
Sturmtiger riuscì a venire impiegato nel suo ruolo precipuo, livellando
senza pietà gli edifici trasformati in fortini dagli insorti.
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